23 giugno 2012

Di donne e gelosia

Annalisa è fuori di sé dalla rabbia. Grida, gesticola e insulta Pablo come se non avesse atteso altro che quel momento per sfogare la propria delusione. Solo che lui non c'è e lei sta parlando con la sua amica Carolina e facendo un gran baccano.
I suoi strilli mi danno sui nervi.
Fischio per palesare il mio fastidio, ma Annalisa mi ignora. La sua amica mi lancia un'occhiata disgustata, che mi ricorda il perché io ritenga le donne tanto stupide: sempre a ritenersi superiori!
Per ripicca fischio di nuovo, più forte, con noncuranza.
Annalisa mi zittisce, stizzita, e continua a inveire a gran voce. È ridicolo che proprio lei cerchi di zittire me. Povero Pablo, che donna incoerente si ritrova.
Odio l'irritabilità delle ragazze, odio il modo in cui starnazzano e odio il fatto che, per quanto possa detestarle, non sarò mai in grado di portar rancore quanto loro.
Mi impettisco e volto loro le spalle, deciso a non prestar attenzione alle loro parole. Non mi meritano.
La pietra dello scandalo questa volta sono io. O meglio: anche questa volta. Annalisa non sopporta che Pablo preferisca me a lei. Viviamo insieme da mesi e lei non fa che lamentarsi. È già molto che lui non l'abbia ancora cacciata di casa: è rumorosa, irritabile e impegnativa; richiede un sacco di attenzioni e strilla quando non le ottiene. È totalmente irrazionale.
Mi annoio.
Fischietto tra me e me cercando qualcosa da fare, ma non c'è nulla di interessante.
Annalisa continua a strillare come una scimmia urlatrice.
Fischio forte per richiamarla al silenzio e lei per tutta risposta inizia ad insultarmi a denti stretti come solo lei sa fare. Crede forse di passare inosservata?
La fisso con odio mentre la sua amica ride. «Ti sta sfidando» osserva.
Lei sì che ha un ingegno fino e smisurato. Che invidia, vorrei anche io avere un acume sopraffino come quello femminile.
...piuttosto mi ingoio una penna.
Volto loro le spalle per la seconda volta.
Ho sete. Vado a bere, ma continuo a udire le loro voci acute e stonate. Se almeno sapessero cantare!
Torno a guardarle dalla mia postazione preferita. Fisso insistentemente Annalisa. Detesta quando lo faccio, dice che sono inquietante; Pablo invece ride ogni volta. È divertente, soprattutto perché poi Annalisa e Pablo litigano.
Prima o poi riuscirò a farle capire chi comanda.
«Smettila, uccellaccio del malaugurio!» singhiozza.
Scoppia a piangere rabbiosamente. Ha voglia di sprecare liquidi, vedo. «Lo vedi? Non ce la faccio più, quel pennuto mi farà impazzire?»
È davvero nelle mie facoltà? Meraviglioso, non avrei mai immaginato di poterci riuscire!
L'amica la abbraccia. «È proprio orribile, hai ragione» conferma.
Arruffo le penne, offeso. Sapessero quanto lo sono loro con tutti quei colori chimici che si mettono sulla faccia! Fischio più forte che posso e Annalisa lascia un cuscino contro la mia gabbia, spaventandomi da morire.
Violenta! Donna violenta e irrazionale!
«Smettila!» grida.
Mi lamento ad alta voce, strillo a più non posso. Non può permettersi di farmi una cosa del genere impunemente. Quando lo saprà Pablo la caccerà di casa. Violenta!
«Basta!»
«Vaai al diavoloo!» rispondo. Non ringrazierò mai abbastanza Pablo per avermi insegnato certe espressioni.
Annalisa ricomincia a piangere, stanca. Pensa forse di intenerirmi?
La sua amica mi guarda divertita. Sicuramente invidia il mio intelletto.
Annalisa dice che sono sporco. Almeno io non ho bisogno di spogliarmi per piacere a Pablo.
« ¡Diablo! » concludo in grande stile: conosco la lingua madre di Pablo. «Diablo» ripeto con voce gutturale.
Envidiame, chica: ¡soy un loro libre y Pablo me adora! He ganado, hermana.

Nota:
In spagnolo
loro = pappagallo,
ganar = vincere,
hermana = sorella.