del passero l'audace canto
il furore, l'ardore
accende nel cuor
Vive e 'l mal tralascia
quando nell'iride sua nuota
l'immagine più bella
Venere Grandiosa,
gli steli s'inchinano,
di fiori e candore vestita
la leggera armatura
copre la delicata pelle
sorride gioiosa
e amabile, dolce
e nulla turba
il suo tenero candore
S'affrettano gli dei
ad ammirare
la celeste visione
nè il cuore si riempie
dopo la vista soave
correte penne,
affrettatevi pennelli,
mai le vostre opere
varranno il bacio
che non mi ha dato
il sorriso che non
ho visto
Aurighi d'auro ornati,
d'epoche scagliate lontano
nella tela della storia
E voi, trovatori
dal raffinato ingegno
Non uno di voi
non può che
impallidire
contemplare
il sogno beato,
l'aere dorato
ch'abbraccia la mia pelle
Volate, api!
Della mirabile Atena
portate la favolosa tela:
Pallade è verde come l'erba.
I tripodi del
grande Febo, il famoso
cornigero Ammone
di nuovo
trovino le
parole, le dolci
note
che non valgono
il dolce miele dei suoi occhi
i petali
al suo volto frammisti
Dove sei Flora?
Rieccheggia il tuo nome,
Stupore.
Assopisciti di nuovo,
Ansia,
la bellezza nuova
danza
e stanzia
in ogni cuore
in ogni visione
già ti vedo, al mattino
mentre le mie palpebre
dal sonno si rialzano,
arricchite, dal riposo,
al solo fine
di incrociare
il tuo sguardo
Dolce Venere,
di petali e fiori vestita
rapisci la mia anima
la lanci nelle infinità
dello spazio
finchè non trova riposo
assieme al dolore
Laida Venere
volubile serva di voluttà
degnami ancora d'uno sguardo d'amore
il tuo servo più devoto
leva il suo canto più denso
un grido sorge intenso
e piange la sua impotenza