30 ottobre 2010

Perchè frequentare l'Emporio Della Scrittura?

Perché frequentare l'Emporio Della Scrittura?
L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché gli scritti sono vari, gustosi, sempre inediti ed originali.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché quei due gran fighi degli scrittori hanno solo 17 anni per uno, e si impegnano, malgrado la loro età e la loro bellezza, che permetterebbe loro di intraprendere la carriera di modelli, a divertire l'intelletto del lettore.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché gli scritti crescono di qualità ad ogni post.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché la pubblicità è poca, si lascia il debito spazio alla semplice arte.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché è un'occasione per acculturarsi, in un certo qual modo, attraverso la magra cultura di due giovani liceali.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché è apolitico: l'Emporio si impegna ad essere aperto alla totalità del pubblico, senza idee politiche o idee nostolgiche.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché gli scrittori non scrivono in nome di un look od uno stile di vita: non sono emo, nè truzzi, nè gothic, nè dark, nè scimmie di altro tipo. Si limitano ad essere persone normali che non cercano un 'pubblico', ma degli 'individui' consapevoli della propria intelligenza.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché gli stili sono piacevoli, originali, a tratti ironici, divertenti, profondi, teneri.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché i blogger sono due: a differenza di altri blog, l'Emporio può offrirvi una collaborazione come quella di Martino e Michela, al fine di migliorarsi a vicenda.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché conoscono l'italiano, nn km ki xrive csì.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché siete liberi di commentarlo, di criticarlo, di recensirlo e di giudicarlo: i lettori sono invitati a farlo.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché può pubblicare le vostre composizioni e darvi un parere, a vostra richiesta.

L'Emporio della Scrittura deve essere frequentato perché altrimenti gli autori piangono.

27 ottobre 2010

Crime.

Crime.



1



La mia anima era ancora vergine, così dicevano gli altri. 
Non avevo mai ucciso un uomo in vita mia, mai prima di allora.



-Come ti senti?-
-Come diavolo vuoi che mi senta?-berciò una ragazza dai corti capelli neri, il volto irrigidito dalla tensione.
-Non preoccuparti, non sentirai niente-
-Certo, mica sarò io a beccarmi una pallottola-
-Meg-
-Stai zitto-
-Meg!-
-Charlie! Sto per distruggere una vita!-
-Non devi vederla in modo così tragico, Meg. Fai di peggio-
-Non so se ci hai mai fatto caso, ma il mio compito solitamente consiste nel falsificare CD, diamine!-
-Violi la legge, solitamente-
-Io vorrei tanto sapere chi ha violato il tuo cervello, Charlie- intervenne un secondo ragazzo sopra i vent'anni, l'indifferenza stampata in volto. 
-Phil, non infierire. Meg deve farlo, non c'è altro modo-
-Sì che c'è!- replicò la ragazza, con una nota di speranza nella voce: forse sarebbe riuscito a convincere uno dei due amici ad appoggiarla nel convincimento del padre. -Torno nella mia stanza e quel tizio se lo uccide da solo! Quale padre manderebbe sua figlia a far fuori un uomo!-
-Il tuo- osservò Charlie, con un mezzo sorrise privo di rassicurante spensieratezza. 
-Io non lo farò-.
-Dovrai-
-Non posso farlo!-
-Ma devi-
-Charlie, ma da che parte stai, diavolo?!-
Phil si grattò la barba sulla guancia destra. -Mi state facendo venire mal di testa. Quanti anni avete voi due?-
Charlie diede un'alzata di spalle. -Io ventitrè, Meg diciannove. Questo che centra?-
Margareth sbuffò, ipertesa. Si alzò in piedi, portò le mani sulla testa, strinse i capelli nei pugni, ringhiando ad occhi serrati, poi lasciò cadere le braccia rilassate sui fianchi con un sospiro. 
Osservò la calma estenuante e costante di Phil, e la semplice inevitabilità che specchiavano gli occhi castani di Charlie.
Doveva farlo, non c'era altro modo.
-No-. Scosse il capo violentemente e si gettò nuovamente a sedere sulla sedia su cui solitamente lavorava.
-So craccare ogni cavolo di dannato blocco! Certe volte falsifico pure gli autografi sulle copertine... -
-Quelli sono meravigliosi, devo dire- commentò Charlie.
La ragazza lo ignorò. -...qualche firma nei quadri contraffatti, perfino! E ora questo! Perchè?!-
-Meg- la chiamò pacato, Phil.
-Perchè!? Che senso ha?-
-Meg...-
-Ho già il mio compito! Non voglio farlo!-
-Meg!-
-Che vuoi?!-
-Rilassati- .
-Eh?!-
-Ri-las-sa-ti -.
-Phil-
-Dimmi-
-Crepa-.
-Visto?- intervenne nuovamente Charlie. - Con le minacce te la cavi, non vedo perchè devi preoccuparti tanto quando devi passare alla pratica-
-Charlie!-
-Che c'è?-
-Che diavolo stai dicendo!? E' CHIARO che non ucciderei una mosca! Non ho intenzione di iniziare oggi. Woody è troppo importante per me!-
-Woody?- chiese Phil. -Mi sono perso qualcosa? Non doveva far fuori Anthony Brians?-
Charlie scosse il capo con semplicità. -Woody è il nome della sua mosca-
-Mosca?-
-Sì.-sbuffò Meg. -E' la terza del mese. Tengono più compagnia loro di voi due. Almeno non mi prendono in giro-.
-Devo preoccuparmi?- chiese Phil a Charlie, le sopracciglia aggrottate.
-No, io devo preoccuparmi!- sbottò Margareth. -Come fate ad essere così tranquilli?-
-Semplice- soffiò Phil. -Non siamo noi a doverlo fare, ma tu-
-Grazie dell' appoggio, eh!-
-E' un piacere-
-E tu!? Non hai niente da dire?- si voltò esterrefatta verso Charlie. 
Lui diede un'alzata di spalle. -O lo fai, o sei fuori. Se sei fuori, sei morto.-
-Qualcuno deve morire per forza- spiegò Phil, con naturalezza.
-E vi pare normale?- chiese, ormai stufa di fare domande e lamentarsi. Non ci capiva niente. Non capiva nemmeno perché, con tutto quel dannato talento che si ritrovava doveva rimanere chiusa nella sua stanza giorno e notte a falsificare firme di autori famosi e craccare blocchi per masterizzare ogni genere di CD o DVD pirata. 
Si alzò dalla sedia della sua scrivania e si sedette sul letto, la testa tra le mani. -Ha una famiglia?- Magari se le avessero detto che quell'individuo era una specie di emarginato sociale sarebbe stato meno dolorosa l'idea di troncare la sua vita. Magari era un impiegato depresso che aveva visto o sentito troppo, a cui la vita aveva dato troppi dispiaceri. Una persona che non voleva vivere. 
Pregò il Signore che la realtà fosse quella. Non solo per la sua coscienza, ma anche per lui e per quei cari che sperava non avesse.
-Sì- sussurrò Charlie, mordendosi il labbro inferiore.
-Diamine- singhiozzò, senza una lacrima. Non piangeva, si lagnava e basta, solitamente.
-Quando?- domandò.
-Venerdì-
-E oggi è..?-
-Giovedì-
Meg si morse con forza una mano. -Charlie?-
-Sì?-
-Fottiti-. 
Phil si stiracchiò. -Lo abbiamo fatto tutti, una volta- 
-Non ne vedo la necessità. Il mio compito è un altro, Phil. Non può farlo qualcun altro?-
-Potrebbe-
-E perchè proprio io, allora?-
I due ragazzi si guardarono e Charlie sospirò. -Bè, a quel punto ci sarai dentro-
-A cosa?-
Phil alzò gli occhi sul volto della ragazza e incatenò lo sguardo al suo. -All' inferno, Meg-
Lo disse con una serietà ovvia e devastante, che diede i brividi alla ragazza. La peluria sulla nuca si rizzò, e da lì partì una sensazione di terrore. Percorse tutta la schiena con lenta crudeltà e si serrò al corpo della ragazza all'altezza dello stomaco. Strinse forte, fino a farle sentire la presenza di un enorme buco al suo interno. Angoscia. 
La consapevolezza ebbe la meglio su ogni suo tentativo di non pensarci: avrebbe ucciso un uomo. Il giorno seguente. Avrebbe troncato una vita, sottratto ad una madre suo marito, e a dei ragazzi, o peggio a dei bambini, il loro padre.
Si morse un labbro e portò le ginocchia al petto. Le strinse forte. Aveva bisogno di affetto in quel momento. Affetto che nessuno poteva darle. Affetto che nessuno avrebbe più potuto dare a quella moglie e ai quei figli come faceva quell' uomo,a partire dal giorno seguente.
-No- ripetè, scossa dai tremiti. -No!-
Charlie fece per avvicinarsi a lei, ma Phil lo fermò. -E' così Meg. E' così e basta. Ci sarai troppo dentro per andartene, uno giorno o l'altro. Tuo padre non si fida di te e della tua coscienza. Vuole incastrarti!-
-Phil, smettila!- lo rimproverò Charlie, senza tuttavia muoversi. -Così non migliori la situazione-
-La situazione non può migliorare, Charlie! Domani ucciderà un uomo, e da quel momento non potrà più uscire dal giro. Punto, fine. Suo padre non può permettersi il dubbio che sua figlia un giorno molli tutto e faccia la spia! Perchè credi che non la mandi più a scuola?-
-Non lo so- 
Margareth non voleva ascoltare. Che suo padre non fosse un genitore esemplare lo sapeva, era un criminale e aveva infilato anche lei nel giro. Ma non voleva sentire ciò che stava per dire. Sapere tutto ciò era una cosa, sentirlo dire da qualcun altro era un' umiliazione! E, ancora peggio, una conferma.  -No, no, no- continuava a ripetere, tappandosi le orecchie con le mani.
Quella dannata stretta era sempre più forte e le sue spalle scosse da tremiti sempre più violenti.
-Ciò che serve a lui è un burattino, non una coscienza istruita e così dannatamente pericolosa-
Le lacrime sgorgarono. Meg voltò il capo di lato per non farsi vedere dai due ragazzi, invano. Piangeva come una bambina, scossa dai singhiozzi. Il vuoto dentro la testa, quel buco che le stringeva lo stomaco fino a farle male, il nodo in gola sempre più grosso e quei tremiti che la scuotevano come un terremoto. Umiliazione. Consapevolezza. Angoscia. Senso di colpa. Dannatissimo odio che le bruciava dentro il petto. Odio per colui che l'aveva messa al mondo, messa in quella situazione e che la usava come uno stupidissimo strumento per i suoi sporchi affari. La stessa persona che le stava per fare troncare la vita di un uomo e distruggere una famiglia. E questo solo per imprigionarla ancora di più in quello stupido sistema di terrore e fedeltà forzata. 
-Meg, smetti di piangere-
-Stai zitto!- gridò lei, piangendo più forte. 
Charlie si sedette accanto a lei e la strinse tra le braccia. Poi il suo limpido sguardo castano corse a rimproverare Phil. -Cosa pretendi? E' difficile per tutti la prima volta-
Phil scosse impercettibilmente il capo, sbuffando. -Piangere è inutile-
-E' uno sfogo-
-Uno sfogo inutile-
-Uno sfogo necessario-
-Che cazzo state dicendo?!- sbottò Margareth, singhiozzando convulsamente. La sua situazione interna non faceva che peggiorare.
-Meg, calmati-
Charlie le accarezzò i capelli e lei singhiozzò più forte.
-Ssst-
-Grida-
-Phil!-
-Incazzati, Meg!- continuò il moro, con irritata tranquillità. Un'enorme frustrazione nascosta da quegli occhi sempre pacifici e rilassati. -Fai a vedere al mondo quando sei incazzata, distruggi qualcosa-
-Phil, cosa stai dicendo?!- 
-Charlie, chiudi il becco! Tu non capisci!-
Margareth si alzò di scatto e uscì dalla stanza, asciugandosi le lacrime con un gesto secco della mano. -Mi date sui nervi!- sbottò, andandosene da quella che era la sua stanza,il suo nascondiglio, il suo laboratorio e allo stesso tempo la sua prigione.

[Continua]

25 ottobre 2010

I demoni non giocano a flipper.

I demoni non 
giocano a flipper


Una donna completamente vestita di nero camminava svelta attraverso la folla di persone dirette al lavoro. Erano le otto di mattina e in una città ultra popolata come quella era pieno di persone che marciavano frettolose verso gli uffici. Lei, più di tutti, sfilava fiera verso il palazzo Sede della DDNPF –Demons Do Not Play Flipper, associazione fondamentale per vita umana in una città piena zeppa di demoni come quella in cui viveva.
Nonostante fosse semplice e forse un po’ troppo banale, adorava la sua uniforme da lavoro. Una gonna nera, che le arrivava gualcita e composta fino al ginocchio, un paio di scarpe col tacco –non troppo alto- dello stesso colore, una camicia bianca e una giacca di pelle nera, dal taglio classico. Il tutto accompagnato dalla sua carnagione pallida, dalla sua chioma color pece sempre stretta in una severa coda di cavallo che non lasciava scappare nemmeno un capello e dal suo paio di occhiali rettangolari trasparenti, dalla montatura leggera che nascondevano in parte i suoi occhi color nocciola tirati in un’ espressione corrucciata.
Ad un tratto una professionale e fastidiosa suoneria telefonica disturbò la sua marcia composta e la donna dovette estrarre il cellulare dalla ventiquattrore nera per rispondere. Non aveva bisogno di guardare chi fosse sul display, le uniche telefonate che riceveva erano per lavoro. - Stupiscimi -
Signorina Stewart. –salutò la voce dall’ altra parte dell’ apparecchio. – Li abbiamo trovati.
- Fantastico – commentò la donna, freddamente compiaciuta. – Esponi più a fondo, Roger -
Sono quattro, in uno scantinato di un palazzone di periferia, quartiere industriale. A giudicare dall’ aura che emanano sono demoni di grado superiore, non i soliti inferiori.
La donna ci accigliò appena e strinse le labbra. – Sto arrivando. Non fate niente senza il mio consenso – ordinò, perentoria, accelerando il passo, senza tuttavia scomporsi. Richiuse il telefonino e lo ripose in una tasca della giacca di pelle. E ora, al lavoro, pensò.

Una voce profonda e gracchiante scoppiò in una grassa risata. – Chaun, hai perso di nuovo! -
Swish. Una sfera di fuoco sfrecciò nell’ aria e andò ad abbattersi contro un tavolo, che prese fuoco. – Chiudi il becco, Loki. Mi hai ingannato! – sbottò l’essere chiamato Chaun.
Il demone sghignazzò, e alzò le spalle. – Non essere così ottimista. Sei tu che sei una schiappa. Chi è il prossimo? Tu, mia cara, incantevole Eris? Valefar, amico? –
La figura femminile che rispondeva al nome di Eris si alzò dal suo scanno e camminò ancheggiando soave fino a raggiungere il demone che l’aveva invitata a giocare. – Loki, mio caro, se fossi in te non mi sfiderei … - soffiò, a pochi centimetri dalle sue orecchie. Gli posò un mano sulla spalla e gli sorrise.
Il demone rise, ma la sua risata si smorzò quando il sorriso di lei si trasformò in un ghigno, e il suo tocco diventò una stretta ferrea. I lunghi artigli di Eris ferirono la pelle di Loki, che ringhiò di dolore agitò le ali nere da drago per divincolarsi dalla presa. Fissò il demone della discordia con i suoi occhi rossi di collera e agitò la coda da rettile, sferzando l’aria densa e umida di quello scantinato. Eris rise forte. – Ti avevo avvisato -
- Ti insegno io ad avere rispetto per gli uomini – ruggì il demone, la spalla ancora sanguinante. Alzò una mano e iniziò ad accumulare energia. In pochi secondi un’ altra sfera di luce rossa era comparsa sul suo palmo.
Eris lo sfidò con lo sguardo. Non c’era speranza per lui: lei era il demone del caos e della discordia.
Valefar posò una mano sul braccio di Loki, e lo abbassò. – Suvvia, non fare sciocchezze, amico mio – suggerì. – Siamo qui per svagarci, per le lotte si avrà tempo in altri momenti -
- Ottimo – sibilò Eris, incrociando le braccia, scontenta. Ordine. Per quale motivo Valefar, demone dei ladri, doveva mettere ordina mentre lei cercava di creare il caos? Caos. Socchiuse gli occhi, gustandosi quella parola. Al solo pensiero del caos le venivano i brividi. Eris, regina del caos e della discordia. Respirò a fondo per gustarsi meglio il suo appellativo.– Scansati, Chaun, ora tocca a me. – proclamò, prendendo il posto dell’ altro di fronte al flipper.
Loki ghignò. Sarebbe stato bello vedere Eris stracciata dal suo flipper truccato.
Anche Eris, una volta voltate loro le spalle, sorrise beffarda. Gliel’avrebbe fatta vedere lei a quell’ imbroglione di Loki e ai suoi trucchetti. La signora del caos non poteva essere ingannata, non ci si poteva prendere gioco di lei.

- E’ questo il luogo? – domandò la donna, fissando una viuzza di periferia, nel pieno del quartiere industriale.
- Affermativo – rispose un uomo in divisa. Indossava un casco protettivo blu scuro, e aveva uno scudo di quelli usati durante le guerriglie tra forze dell’ ordine e folle inferocite. – Dobbiamo fare irruzione? -
La Stewart strinse le labbra in segno di disappunto. – Non ce ne sarà bisogno, conducetemi all’ interno – sibilò, un bagliore le attraversò lo sguardo: pura e violentissima ira.

Eris si leccò le labbra con soddisfazione. – Ira... – sospirò aspirando l’aria a pieni polmoni. Percepiva il profumo della collera a chilometri di distanza e se ne cibava. L’ ira portava sempre alla discordia, se non ne era sintomo. Ad ogni modo, le due cose erano strettamente legate e lei non poteva che bramarle. La biglia all’ interno del flipper si bloccò a metà lancio, mentre la signora del caos allonava momentaneamente le mani dall’apparecchio.
- Hey, che stai facendo, Eris! – protestò Loki. – Non puoi fermare la pallina, gioca lealmente! -
- Disse il demone degli inganni – bofonchiò Chaun facendo ridere Valefar.
- Chiudete il becco, subclassati che non siete altro! – li zittì Eris con superbia. – Non sentite tutta questa ira che si avvicina? – aspirò l’aria come se stesse assaporande il profumo più gustoso.
Chaun chiuse gli occhi e si concentrò. Oh, sì che la percepiva.
Drogati – bofonchiò Loki. – Eris, riprendi a giocare, non puoi imbrogliare così! –
La regina del caos si voltò famelica verso il demone a capo di tutti gli inganni. – Taci, fottuto imbroglione! Ricorda che potrei farti fuori in pochi attimi! Io sono... –
La porta si spalancò con un fran fragore. – ERIS! –
La donna vestita di nero entrò nello scantinato con un cipiglio furioso in volto. La zaffata di ira che la accompagnava fece sospirare la signora del caos come una ragazzina di fronte al suo attore preferito. – Melanie...- soffiò. – Tutta questa collera... dovresti arrabbiarti più spesso – ghignò malefica.
Melanie! – berciò lei. – Melanie?! Non prenderti tutta questa confidenza, Eris, ricordati chi sono. Senza di me sareste già stati eliminati da tutti questi nuovi esorcisti! Che diavolo è quello? – gridò indicando il flipper. – Credevo fosse eloquente, sottospecie di spiritelli troppo cresciuti, che quando dico IL FLIPPER è PROIBITO, significa che non potete GIOCARCI! – abbaiò. Una vena le pulsava forte sulla tempia.
Eris sorrise e fluttuò rasoterra fino alla donna. Annusò la collera di cui schiumava, come un cane che gusta l’odore della bistecca un attimo prima di addentarla.
- Allontanati, bestia – sputò Melanie Stewart, lanciandole uno sguardo d’odio. Inziò a marciare per lo scantinato, ignorando il tavolo che ancora bruciava fin dalla sconfitta di Chaun. – Tutto il mio lavoro se ne andrà in fumo se dei demoni di livello superiore come voi se ne stanno rintanati qui dentro a drogarsi di flipper e giochi umani –
Loki si inchinò di fronte alla donna con fare di sottomissione. – Mia signora, noi non... –
- Taci, idiota! – sbottò la donna. – Scommetto che è stata un’ idea tua, vero? Sei un idiota, Loki! Come puoi fornire queste stronzate a dei demoni di livello superiore? Non sai come finiscono questi cani quando hanno a che fare con i giochi umani? Drogati. Come gli uomini con le sigarette, con l’alcohol, il potere e le droghe. E io cosa me ne faccio di demoni drogati, Loki? Niente. Sono inutili, completamente assuefatti da quegli aggeggi! -
Eris ghignò. – Ovviamente è stato lui a introdurlo qui – spifferò, sentendo un sensazione di incredibile piacere quando il demone dell’inganno si voltò a guardarla con ira, per poi rivolgere uno sguardo di puro e semplice terrore alla Stewart.
- Meriti una punizione, Loki -
- No, mia signora, no! Le prometto, le giuro sul mio onore che ... –
La donna rise beffarda. – Promesse? Onore? Ma non farmi ridere. – estrasse dalla ventiquattrore un’ appuntita croce di argento. - Riposa in pace, Loki, re degli inganni – scagliò il crocefisso contro il demone che immediatamente prese fuoco e si consumò tra grida e dolore, sotto lo sguardo famelico di Eris.
Melanie Stewart si sietmo gli occhiali sul naso, e lasciò vagare lo sgaurdo severo su ognuno degli altri demoni presenti nella stanza. – Qualcun altro ha intenzione di disobbedirmi? Chaun, smista queste ceneri al loro posto, portale nell’ aldilà. Eris, Valefar, voglio un bel po’ di aggressioni, incidenti e furti, oggi, quindi vedete di darvi da fare. Il mese prossimo prendo le ferie e per allora voglio aver fatto un bel po’ di soldi in salvataggi. Andate –
Chaun annuì e sparì in un attimo, portando con se i resti di Loki.
Valefar fece un inchino e si volò via, attraversando le pareti non diversamente da come avrebbe fatto un ectoplasma.
Con un ghigno di soddisfazione anche Eris sparì, in una nuvola di fumo, non prima di avewr annusato per un ultima volta il prosumo della collera di Melanie e del terrore di Loki che ancora impregnavano l’aria assieme all’ umidità e alla puzza di muffa.
Melanie si lisciò con le mani la gonna nera e lanciò un' ultima occhiata di fuoco a quell' apparecchio comunemente chiamato flipper. - I demoni non giocano a flipper - bofonchiò, irata. 

15 ottobre 2010

Dubbi

Desiderio
mi stuzzica le labbra
mi percorre la lingua
Ti voglio vicina
vicina e ancora vicina
tanto che se restassimo
nel caloroso abbraccio
per anni interi
ancora io vorrei a te unirmi

ancora la fiamma mi arderebbe il cuore
cercando i tuoi occhioni azzurri

un attimo a baciarti non vale
giorni fissando il sole

nella memoria
l'album più bello
è quello dei tuoi ricordi

quanti i momenti di strazio
quanti i momenti di dolore
ci hanno afflitto, a causa
della persona amata,
eppure, vivere insieme
non vale ogni momento
di panico, di afflizione?

ti voglio bene
e di tutte le parole che conosco
ora non ne trovo una adatta a te
Non sono mai riuscito a dirti, di fronte,
nessuna delle parole che cercavo..
E' così vuoto un ti amo, le coccole
le sdolcinatezze..
Faccio così tanta fatica a sentirmi
vicino a te, quanto tu lo sei per me,
che non riesco a capire cosa significa
la nostra storia.
Ti ricordi amore, ai primi mesi, in cui
parlavi sempre di noi due e dicevi
sempre di amarmi?
Ora ne parli di meno,
e capisco di meno
Cos'è successo in questi mesi?
E' tanto che me lo chiedo

09 ottobre 2010

I fiori


Mi piacciono più i tulipani.
 Le rose volteggiano, sono più superbe
e gridano, e urlano: guardateci, ora balliamo
i tulipani, invece, si alzano umili
e il loro colore decade alle estremità
 hanno un gambo meno minaccioso, esile
e le rose sono così, altezzose e bugiarde
passionali ed effimere
sciocche, lascive
 e non provano niente
 guarda i tulipani, invece
 alla vista sembrano calmi, placidi
 quasi dormissero un sonno eterno, 
un riposo senza autunni, o inverni

Icaro


Oh, vola icaro
un  Dedalo femmineo
ha cucito le ali
ha incollato la creta

gioca nei paesaggi palustri
vola icaro bello

nuota nelle nuvole
biancastre
resta negli stormi
di nubi scure

ormai ti senti anche
tu, assieme agli
angeli, su quelle nuvole

porgi la mano.
dee rosee circondano
le tue ali umili

la pelle diafana,
quelle labbra delicate
cantano un gioco
dal colore vivace

il giorno si colora
di albe e di tramonti

l'alone divino
che incanta 
la tua mente...

si insidia
nel cuore
il dubbio,
felino

con la mano scacci
le urla e i lamenti
che tanto ti hanno tormentato

spiriti più leggiadri
ti sono accanto

02 ottobre 2010

Brivido



Brivido
Come un serpente elettrico 
sali sulla mia spina
e mi mordi il collo, 
silente, ed il veleno, 
lento, si propaga 
nelle mie vene 
che esauste collassano 
al passaggio 
del veleno mortale




Brivido
perchè ti cercai invano 
per poi maledirti, 
come si maledice un ladro, 
o un assassino?




Brivido, o brivido,
come fu vuota la mia vita 
senza di te.
Ti cercai a lungo 
nello stendersi immenso 
delle mie futili speranze




Brivido
celeste è la tua visione
miele è il tuo veleno
passione il tuo unico sintomo




I miei nervi destano alla tua vista
il mio corpo smette di ascoltarmi.
Con dolci parole ammaliasti il mio udito
ora non sono che un fantoccio 
in preda ai tuoi desideri del momento


Brivido,
non abbondarmi ancora
non lasciarmi
marinaio dalle tante promesse
adulatore di pazzi
follia dei savi


Brivido
mordimi ancora, brivido.


Martino, strabiliante autore modesto

Hello,
il mio nome è Martino, e sono uno dei due amministratori di questo blog.
Vivo a Cesena, una piccola cittadina vicino Forlì. Una cittadina senz'altro piccola, ma perfettamente tranquilla
I miei sono di Latina, ma sono in Romagna da quando avevo 4 anni. Non ho ricordi particolari del Lazio, poichè ci torno saltuariamente. Lì non ho parenti a cui sono affezionato, e non ho motivo di tornarci spesso.
Frequento il liceo scientifico, sezione PNI. Almeno a Cesena, il PNI consiste nell'indirizzo matematico/classico del liceo. Dobbiamo avere un'ottima preparazione umanistica (il nostro italiano è di uguale difficoltà al classico, il nostro latino dovrebbe essere solo qualche scalino sotto) e, al contempo, dobbiamo ottenere la padronanza della matematica e della fisica. Bisogna essere molto eclettici.
Non riesco a restare per più di una settimana senza larte. Non riesco a non impegnarmi con la chitarra che suono da qualche mese, a scrivere, ad ascoltare musica cercando di seguire il ritmo, a leggere un buon libro e a saperlo commentare in modo decente. Oltre a tutto questo, amo molto il cinema, il quale, secondo me, non fa che riprendere le espressioni retoriche della poesia e portarle sullo schermo.
Avete mai visto, in qualche film, un flash-back? Un narratore esterno? Un significato più profondo e recondito, come nel 'Silenzio degli Innocenti' (metafora)? Ecco, sono tutte espressioni retoriche puramente poetiche.
Ho sempre avuto, fin da piccolo, una certa propensione alla scrittura che non riuscivo, mio malgrado, a esprimere.  Penso di aver cominciato a esporre tematiche importanti fin dalle elementari, eppure sono dell'idea di aver imparato veramente a scrivere solo nel primo anno di liceo.
A differenza di Yvaine, uso un lessico più formale e spazio in ambiti più vasti, ma sono meno costante.
Lei preferisce continuare a scrivere dei suoi personaggi, io scrivo, talvolta, dei piccoli racconti e delle poesie. Diciamo che io sono più pesante e lei più leggera ;)
A discapito dei continui complimenti che mi fa, lei è avanti a me nell'uso dell'italiano.
Lei non parla di tematiche importanti come la guerra, l'amore, la società giovanile e anziana... eppure io non riesco, come lei, ad ottenere l'effetto che voglio nei miei temi. Riesce a far assumere il giusto 'ritmo' ai suoi racconti con più naturalezza, ecco.
I miei punti forti sono la poesia, il saggio breve e i racconti che ho cominciato a pubblicare.
Vi saluto, e mi raccomando: seguite il blog!

Michela!

A questo punto suppongo stia a me scrivere il post iniziale. E, no, non è solo per il fatto che Martino mi ha praticamente minacciato di morte certe in caso avessi optato per rimandare questo post. xD Anche perchè ormai lo sanno tutti che se rimando qualcosa questa è destinata a venire uno schifo o ad essere completamente dimenticata.
Avevo preparato un elenco di frasi che mi riguardavano e di cui a nessuno frega nulla, ma non so dove l'ho messa, quindi direi di improvvisare qualcosa.
Mi piace parlare di me in terza persona, ma non lo faccio spesso.
Mi piacciono l'odore della pioggia, dei libri, di stalla -lasciamo perdere- e il cioccolato. **  . 

Mi piace pensare di avere un amico immaginario, ma direi che non vi interessa.
Ho seri problemi con l'ordine, l'equilibrio, costanza e coerenza. No, con la coerenza non tanti.
( Potete ridere. u.u )
Il 30% dei miei interventi è costituito da faccine di ogni tipo! ^W^
Quando scrivo storie le ometto, ovviamente.
Non uso abbreviazioni, a meno che un SMS non giunga alle 2 pagine per un paio di lettere, allora devo ammettere che è necessario e utile applicarle.
Mi infastidiscono le frasi sgrammaticate e la saga di Twilight, della quale -lo ammetto- sono stata fan sfegatata, ma che ora mi nausea. Più che questione di moda, è questione di averne fatto il pieno.
Sostengo fermamente che questo essere che mi chiama Carla Bruni e noi chiamiamo Martino sia un genio come pochi. E lo penso seriamente.
Lui mi odia perchè rimando da un sacco di tempo la lettura delle poesie che mi ha spedito via e-mail ( vedi seconda metà della riga 2 ).
Sono LeZucche_  su splinder, io non sono una novellina nel mondo dei blog, ma sono comunque abbastanza incapace. XD
Scrivo su ispirazione, e vivo immedesimandomi nei miei personaggi. Non è per dire, a volte mi faccio la narrazione da sola mentre vado a scuola in bicicletta ( a proposito, liceo classico rules! XD Linguistico, obviously. ♥ ) o faccio i compiti immaginando di essere Eva, Rocco, o Arianne ( che forse conoscerete presto ).
Scrivo fan fiction, ma sto pensando di smettere. E' abbastanza inutile. Se un giorno riuscirò a pubblicare qualcosa questa di certo non sarà una fan fiction.
Sono infantile per certi versi. Mi piace ancora guardare i cartoni (non sono anime, tipo adoro Higglitown Heroes e Manny Tuttofare xD Ma anche i classici disney oPhineas e Ferb), sul DS gioco ai pokemon, parlo con gli animali anche davanti alla gente. Sono molto più insicura e introversa di quanto sembro.
Sono più sveglia di quanto si pensi e meno di quando io creda.
Inizia a piacermi il mio carattere e inizio a pensare di essere in grado di relazionarmi con le mie stesse idee e le situazioni come vorrei essere capace di fare.
Gioco a nascondino. Adoro il mio cane e vorrei che mi graffiasse di meno -avete capito bene- e poter passare più tempo con lei ( è una femmina u.u ).
Sono una fifona. Ho paura dell' occulto, una paura tremenda. Dei ragni. Delle reazioni delle persone a cui tengo. E delle masse.
E vi sto annoiando.
Questo è il tipo di cose che Martino si rifiuta di scrivere e che invece io scrivo praticamente anche sui muri. Aiuta anche me stessa a comprendermi.
Ciò che scrivo si vedrà. Scrivo in modo semplice e scontato, però mi piace abbastanza.
Non mi soddisfa più di tanto la qualità nè estremamente la trama. I personaggi, quelli sì.

Bè, amo dormire ed è ora che vada.
Martino, accontentati. u.u

Notte XD

Buondì! (Martino)

Questo è il mio primo post in assoluto :)

Non sono mai stato su splinder, quindi cercate di avere pazienza se mi
muovo come un impedito o non riesco a rapportarmi con le persone. Dico
persone, perchè il blog, nella concezione mia e di Yvaine0
è qualcosa di puramente intellettuale, personale, quindi,
almeno io, rifiuto l'idea di dire pubblico.

Sia io che Yvaine0 (vero nome Carla Bruni, residente in Francia)
veniamo da un sito chiamato efpfanfic, dove si poteva, con una quasi
piena autonomia, pubblicare le proprie storie o poesie. Lì
potremmo parlare di pubblico. Esso era di un livello decisamente basso,
tanto che cercare delle persone dotate di senso artistico e in grado di
valutare ogni elaborato era un'impresa. Proprio oggi, per esempio, ho
pubblicato una poesia nella sezione 'originali' e ho ricevuto 15
visualizzazioni. Per fare un esperimento, qualche tempo fa, ne ho
pubblicata una 'mascherandola' da poesia per Twilight e ne ho ricevute
160 in 2 giorni.



Siamo 'emigrati' qui, in pratica, per raggiungere un pubblico nuovo,
diverso, pronto a recensire in modo tale che potessimo crescere come
'scrittori', se in uno sbalzo di arroganza ci venisse di chiamarci
così.

Speriamo, io ed Yvaine0, di riuscire ad offrirvi una varia scelta di
storie e di generi, in modo tale da non riuscire mai banali, ma non
possiamo, per contro, garantirvi una vera costanza, poichè
dobbiamo gestire il nostro tempo soprattutto in base alla scuola ed ad
altri vari impegni personali.

Per intenderci, io mi muovo nella poesia e nei racconti comici (lo so
che le mie battute finora hanno fatto schifo, ma sono le 11, sono
stanco anch'io), mentre Yvaine0 è certamente più
preparata di me nelle storie di vari capitoli (romanzo breve o racconto
lungo) e nella recensione di libri.

Non voglio dedicare altro tempo a questo post perchè tanto,
lo sapete anche voi, non lo leggerete mai con passione