27 marzo 2011

Ritrovate 4 terzine di Dante relative al canto 34esim




I filologi hanno accertato, poche settimane fa, l'autenticità e la collocazione delle quattro terzine perdute: si tratterebbe della descrizione dettagliata della pena di Lucifero, nel 34° canto dell'inferno dantesco.
L'angelo caduto sembrerebbe condannato, oltre alla prigionia nel Lago ghiacciato Cocito, a subire le spiegazioni continue di una certa insegnante di italiano.
La lettura non stop delle poesie (probabilmente del Petrarca, l'autore di ''Alla Vergine'') causerebbero un senso di mancamento tale a Dante da farlo voltare ''verso la sua spalla'', cioè a girarsi in segno di sofferenza.
E' strano pensare alla commiserazione del principe delle tenebre da parte del Sommo poeta; si direbbe, però, che il fiorentino volesse sottolineare la pesantezza e l'insostenibilità del 'supplizio massimo' riservato all'imperatore delle tenebre e ai tre traditori che conteneva nelle sue fauci.
Ecco le terzine ritrovate


'l supplizio massimo lui lacera,
così quand'io lo vidi, lagrimai
pella pena che uomo macera.

In angolo scuro Strocchi notai
e si dibattea per fuggir dalla
lezion Lucifer, come capirai


Incessante Franca leggeva ''Alla
Vergine'' e poi altre canzoni
sicchè volsi 'l viso sulla mia spalla

E Lùcifer: ''Tu che sfingi e monsoni
non vedesti, nimica di viaggi,
odi e senti: c'hai rotto i coglioni!!''



Dedicato a Franca S., la mia insegnante di italiano

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